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FastCharge il sostentatore di carica economico

FastCharge il sostentatore di carica economico

In una officina moderna ed efficiente non può mancare un mantenitore o sostenitore di carica della batteria.
Il motivo è che oggi, ormai, tutti i veicoli moderni montano sistemi elettronici di bordo che sono molto affamati di energia, soprattutto in fase diagnostica e di test.
Soprattutto in diagnosi, che si effettua con motore spento, vengono accesi tutti i dispositivi elettrici (compresi fari, lunotto, tergicristalli, ecc.)… un enorme consumo di corrente che porta a far scaricare anche la batteria più efficiente nel giro di 20 minuti.
I test durano anche 40 minuti e, prima della conclusione, arriva l’avvertimento che la batteria è sotto la soglia di tensione accettabile ed il test viene chiuso.
Sono eventi che possono creare seri problemi alle centraline se si è in aggiornamento e fanno perdere tempo ai tecnici incaricati alla diagnosi e la riparazione del veicolo.

Soprattutto le vetture di pregio, i SUV, le sportive, durante il test diagnostico di bordo, riescono a far precipitare la carica della batteria già in pochi minuti e, senza un supporto di un mantenitore di carica, sarà impossibile completare la fase di test (successivamente sarà impossibile anche l’avviamento del motore).

Se in alternativa, si tenta di sostenere la carica con comuni caricabatterie (anche molto potenti) ci si accorge che non sono in grado di sostenere correnti continuative di oltre 30-50A e forniscono una alimentazione molto sporca che può danneggiare seriamente le centraline di bordo.

Perché bisogna mantere la carica durante la diagnosi

Quando si mette una vettura in diagnosi, il motore generalmente deve rimanere spento. Non

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Il reindex dei QR code, un servizio tanto richiesto, ma sfruttato male

Il reindex dei QR code, un servizio tanto richiesto, ma sfruttato male

Gestisci i tuoi QR code in modo semplice ed efficace

La potenzialità dei codici QR, proprio per la possibilità di contenere cifre, lettere e caratteri speciali, oltre alla codificazione industriale, permette di contenere informazioni anche complesse in un piccolo quadratino grafico inseribile ovunque.

In un biglietto da visita potremmo aggiungere un QR code per portare il cliente al nostro sito web o alla mappa geografica (per poterci raggiungere in sede) o anche riportare un nostro listino con le ultime novità.

In un listino prezzi delle nostre prestazioni potremmo aggiungere un QR code che ci indirizza ad un filmino che visualizza come viene fatto quel servizio.

In un volantino pubblicitario di un ristorante o una gelateria, potremmo inserire un QR code che ci indirizza al nostro sito web o (ai tempi di COVID) al menu del giorno.

Il QR code in pratica è un francobollo dai mille usi che ognuno può inventare sfruttare e gestire come meglio preferisce.

Si prende il proprio dispositivo (con una app che legge il codice QR), si mira sul francobollo grafico, e immediatamente si entra in un nuovo mondo che il gestore ci vuol fare conoscere.

Facile vero?

Solo che c’è un però. Non tutti i gestori, imprenditori o grafici dispongono di mezzi informatici in grado di poter convertire questi codici in un reindex efficace e sempre on-line.

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Precisazioni sull’uso di Fast Tools per il test a banco di una centralina

Precisazioni sull’uso di Fast Tools per il test a banco di una centralina

A meno che non si abbia disposizione il veicolo originario, un test a banco di una centralina è una operazione che non può esimere il tecnico dalla comprensione basilare e fondamentale del funzionamento della centralina ECU da provare:

– serve un impianto specifico fatto di connettori, sensori e segnali
– ogni tipo di centralina richiede un suo impianto di test, fatto di cablaggi esatti, connettori dello stesso tipo (e genere), nonché emulatori di segnali e di livelli che la centralina richiede per attivarsi
– non è possibile illudersi che si possa fare un impianto generico che possa funzionare su una larga serie di centraline (anche diverse tra loro).
l’emulatore di ruota fonica (Fast Tools) è quindi solo un anello, pur importante, di tutti i dispositivi che serviranno per il test

Come fare

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Il recupero dei pacchi batterie al litio

Il recupero dei pacchi batterie al litio

Da alcuni anni la tecnologia litio, come fonte energetica portatile, è ormai diffusissima e si è espansa ormai a ogni settore della tecnologia.

I vantaggi innegabili della vita piuttosto lunga, della affidabilità e della leggerezza, le pongono come scelta vantaggiosa e quasi obbligatoria nel campo della mobilità elettrica, nelle apparecchiature più o meno sofisticate, nell’illuminazione, nella comunicazione, nell’utensileria e perfino nelle protesi mediche.

Ormai quasi tutto ciò che è elettrico o elettronico viene alimentato con elementi litio montati sia singolarmente che in multipli (posti in serie/parallelo) allo scopo di ottenere le potenze adeguate.

Come tutti sanno le caratteristiche degli elementi litio, benché piuttosto longevi, leggeri e potenti, hanno anche dei punti deboli che vanno sempre tenuti in cosiderazione.

Per via della particolare costruzione tecnologica e delle caratteristiche instabili di alcuni componenti (in primis il litio), queste batterie devono poter lavorare sempre in condizioni elettriche e di temperatura ottimali, ben definite e continuamente controllate.

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Riparare il telecomando originale è sempre la scelta migliore

Riparare il telecomando originale è sempre la scelta migliore

CIRIT – Centro Italiano Riparazione Telecomandi

Sostituire un telecomando non funzionante o difettoso è una operazione piuttosto complicata perché difficilmente si riesce a trovare un equivalente totalmente compatibile o anche un originale.

Le molte aziende che sfornano controlli sostitutivi offrono compatibilità solo per le principali funzioni e non coprono tutte le altre funzionalità a cui eravamo abituati col telecomando originale.

Con un telecomando compatibile, per esempio, difficilmente ritroveremo la funzionalità di timer, di autospegnimento, la gestione del menù, i settaggi di sintonia o la gestione di funzioni speciali. Sarà ancora peggio per gli apparecchi combinati, fuori produzione, di importazione o meno diffusi e conosciuti.

Accontentarsi delle limitate funzionalità offerte dal telecomando sostitutivo penalizza quindi il nostro apparecchio, ma allora perché non provare a far riparare il telecomando originale? Nessuno ci pensa mai, ma è quasi sempre la soluzione più ovvia, più vantaggiosa e più affidabile, ma anche la più sicura ed economica.

Siamo organizzati per riparare, ripristinare (a volte anche restaurare) tutti i tipi di telecomandi commerciali (anche cinesi) per TV, audio, video, decoder, cancelli, tende, tapparelle, auto e comandi industriali; analizziamo attentamente tutti i segnali in uscita (codice) verifichiamo l’emissione radio (o IR) e verifichiamo tutti i tasti e le funzionalità in poche ore.

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L’analogico che ritorna

L’analogico che ritorna

L’età dell’analogico, che sembrava archiviata e dimenticata così in fretta a fine millennio, sta tornando in auge con la sua meritata ed inaspettata autorevolezza.

Un ritorno che dimostra quanto questa tecnologia forse meno sofisticata, differenziava e valutava molto di più il singolo sul saper fare e sapersi adattare per la profonda conoscenza della teoria e del dispositivo che si stava usando, più che sull’utilizzo inconsapevole delle tante funzionalità offerte dal digitale, ma solitamente ignorate o considerate ovvie dai moderni fruitori.

L’analogico è forse da considerare oggi al pari di un anziano che torna a dire la sua da un mondo ormai sorpassato e velato di polvere. Siccome il buon prodotto rimane sempre buono, anche l’analogico di qualità si prepara a ritornare in voga e mostrare i tanti pregi ancora non equiparati dalla alternativa digitale.

Si riscoprirà allora quanto il buon vecchio Hi-Fi, la pellicola e l’immagine su nastro, abbiano ancora tanto da dire e da offrire agli audiofili, ai fotografi, ai cineasti o ai professionisti di oggi.

E’ un vento di rivincita che ritorna ad interessare il mercato dell’usato ma anche del nuovo, non a caso anche le grandi industrie, visti i volumi di richieste (pur se di nicchia), ricominciano a considerare tali prodotti riproponendoli ad un mercato di tutto rispetto che comincia a valere milioni di euro.

Considerati troppo velocemente vetusti, impilati da qualche parte in casa o destinati alla discarica, alcuni tra i più interessanti ed autorevoli apparecchi vintage, sono tornati nell’interesse collettivo degli specialisti o dei fruitori di alto livello, sia per le indubbie qualità o per l’innovazione che all’epoca apportarono, sia per una forma nostalgica di possesso, di leggenda e di ricordi.

Oggetti tecnologici di peso destinati ad una seconda giovinezza, per la gioia degli amatori e la curiosità dei giovani che non hanno mai visto né toccato apparecchi che un tempo erano destinati a veri amatori ed ai professionisti.

E’ proprio per questo che offriamo alcuni apparecchi ricondizionati e di pregio, sopravvissuti alla rivoluzione digitale, nel nostro spazio vintage.

Contattateci per richiedere qualunque tipo di apparecchio (anche non esposto), se disponibile verrà risistemato, ricondizionato e preparato per la vendita.

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Digital Radio perché non decolla ancora

Digital Radio perché non decolla ancora

DigitalRadioLa tanto osannata Digital Radio, che sembrava essere l’evoluzione più interessante della radio commerciale, ora che sta partendo, è già una tecnologia stravecchia e quasi decrepita che nasce più di 20 anni fa.
L’acronimo tecnico è DAB (Digital Audio Bradcasting) e Digital Radio il nome scelto dal marketing commerciale per lanciare la diffusione delle trasmissioni realizzate con lo standard Eureka 147.

Il DAB in verità è un progetto europeo che risale agli anni ottanta, quasi in contemporanea con la prima commercializzazione del CD Audio che tanto successo ebbe avuto, proprio nei tempi in cui si optava per la via del tutto in digitale. Questa tendenza di portare in digitale qualunque fonte mediale, dall’audio stereo, alla TV però, sulla radio, non ha avuto troppo successo per molto vari motivi che a breve elencherò.

Già l’inizio parte male, infatti, nonostante la tecnologia fosse già pronta da molto tempo prima, solo nel 1995, e solo la Norvegia e il Regno Unito attivarono in quei tempi in Europa, i primi canali radio digitali DAB. Passò infine un altro decennio prima che, nel 2007 si andò a migliorare ulteriormente il DAB con il Dab+ che attualmente è lo standard con cui le emittenti moderne trasmettono anche in Italia.

Andiamo allora ad analizzare perché la radio digitale ha avuto così poco interesse.

Il primo motivo è che le trasmissioni radio in codifica digitale, presentano vantaggi e comunque molti svantaggi rispetto alla

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Il radioascolto, una passione senza tempo

Il radioascolto, una passione senza tempo

SWLSWL è l’acronimo di Short Wave Listener (letteralmente significa ascoltatore di ondecorte), in pratica è colui che dedica la sua attività (o ha curiosità) all’ascolto della gamma di frequenze attribuite ai servizi radioamatoriali SWL.
Sono frequenze molto corte che dipendono molto dall’influenza della luce sulla propagazione di queste onde, ed hanno il grande vantaggio di essere riflesse dalla stratosfera e quindi sono ricevibili e si diffondono con estrema facilità quasi ovunque nel pianeta. Solitamente il periodo di migliore ascolto è il periodo notturno (perché si ha una attenuazione inferiore e non è raro poter ricevere, se si dispongono di buone antenne, anche trasmissioni provenienti dall’altro capo del pianeta.
Non sono rari in serate serene i collegamenti con l’America, la Cina e addirittura con l’Australia.
In questo mondo ormai sempre più collegato con sistemi digitali si sta perdendo questa bella e sana abitudine a scansionare l’etere per beccare qualche trasmissione interessante, ma sembra vi sia una controtendenza e stanno rinascendo in tutte le parti del mondo dei radioascoltatori interessati a scovare questi segnali sempre più rari.

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Sonorizzazione

Sonorizzazione

Multimasterlogo

Dal 1980 in poi ci siamo seriamente occupati delle problematiche legate alla sonorizzazione di spazi di ogni genere, dal settore HiFi Car, allora nascente, fino a quello della sonorizzazione professionale; l’approccio è sempre stato molto diverso da quello canonico e commerciale: la nostra era, prima di tutto, una passione.

Passione di pensare e di risolvere, di utilizzare quello che si poteva e di costruire quello che serviva perché, al momento, non c’era e bisognava farlo.

La semplicità con cui si affrontavano situazioni non commerciali era però del tutto

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