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Mese: Marzo 2016

Digital Radio perché non decolla ancora

Digital Radio perché non decolla ancora

DigitalRadioLa tanto osannata Digital Radio, che sembrava essere l’evoluzione più interessante della radio commerciale, ora che sta partendo, è già una tecnologia stravecchia e quasi decrepita che nasce più di 20 anni fa.
L’acronimo tecnico è DAB (Digital Audio Bradcasting) e Digital Radio il nome scelto dal marketing commerciale per lanciare la diffusione delle trasmissioni realizzate con lo standard Eureka 147.

Il DAB in verità è un progetto europeo che risale agli anni ottanta, quasi in contemporanea con la prima commercializzazione del CD Audio che tanto successo ebbe avuto, proprio nei tempi in cui si optava per la via del tutto in digitale. Questa tendenza di portare in digitale qualunque fonte mediale, dall’audio stereo, alla TV però, sulla radio, non ha avuto troppo successo per molto vari motivi che a breve elencherò.

Già l’inizio parte male, infatti, nonostante la tecnologia fosse già pronta da molto tempo prima, solo nel 1995, e solo la Norvegia e il Regno Unito attivarono in quei tempi in Europa, i primi canali radio digitali DAB. Passò infine un altro decennio prima che, nel 2007 si andò a migliorare ulteriormente il DAB con il Dab+ che attualmente è lo standard con cui le emittenti moderne trasmettono anche in Italia.

Andiamo allora ad analizzare perché la radio digitale ha avuto così poco interesse.

Il primo motivo è che le trasmissioni radio in codifica digitale, presentano vantaggi e comunque molti svantaggi rispetto alla

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Il radioascolto, una passione senza tempo

Il radioascolto, una passione senza tempo

SWLSWL è l’acronimo di Short Wave Listener (letteralmente significa ascoltatore di ondecorte), in pratica è colui che dedica la sua attività (o ha curiosità) all’ascolto della gamma di frequenze attribuite ai servizi radioamatoriali SWL.
Sono frequenze molto corte che dipendono molto dall’influenza della luce sulla propagazione di queste onde, ed hanno il grande vantaggio di essere riflesse dalla stratosfera e quindi sono ricevibili e si diffondono con estrema facilità quasi ovunque nel pianeta. Solitamente il periodo di migliore ascolto è il periodo notturno (perché si ha una attenuazione inferiore e non è raro poter ricevere, se si dispongono di buone antenne, anche trasmissioni provenienti dall’altro capo del pianeta.
Non sono rari in serate serene i collegamenti con l’America, la Cina e addirittura con l’Australia.
In questo mondo ormai sempre più collegato con sistemi digitali si sta perdendo questa bella e sana abitudine a scansionare l’etere per beccare qualche trasmissione interessante, ma sembra vi sia una controtendenza e stanno rinascendo in tutte le parti del mondo dei radioascoltatori interessati a scovare questi segnali sempre più rari.

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